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Nel 1767 furono espulsi i Gesuiti e Palermo si trovò nella necessità di dover strutturare una cattedra di Diritto per formare i prossimi avvocati e magistrati: inizialmente il progetto era di cinque ordinamenti - Istituzioni di diritto canonico, Diritto naturale e pubblico, Diritto civile delle pandette e del codice, Diritto del Regno feudale e criminale, Istituzioni di diritto civile - ma la proposta era troppo costosa e il primo maggio 1779 videro la luce, all'interno della Regia Accademia degli Studi di Palermo, tre cattedre cassando quindi il Diritto romano (pandette) e il Diritto siciliano feudale e criminale. Una notizia importante che si lega - virtualmente e moralmente - a quella di 168 anni esatti dopo, ovvero la strage di Portella della Ginestra. Sono i primi eventi registrati per il mese di maggio dal quinto volume del «Diario palermitano dal Medioevo al secondo dopoguerra» che, come i quattro che lo hanno preceduto, è un susseguirsi di storie e storielle, brandelli di almanacchi e passi di annali storici, dicerie ed articoli d'epoca. Affondando le radici all'epoca delle più antiche fonti medievali e giungendo con le sue propaggini a toccare gli anni quaranta del Novecento quest'opera racconta al lettore la vita di Palermo grazie alle annotazioni giornaliere - come in un vero diario - degli avvenimenti più significativi. Accanto agli eventi trovano spazio proverbi, inserti lirici, modi di dire, tradizioni e usi popolari in grado di restituire il senso di una continuità mai scalfita dal trascorrere del tempo. È così che i lettori più anziani potranno trovarvi il ricordo dei racconti ascoltati nell'infanzia, così come i più giovani potranno soddisfare la curiosità nei confronti di un mondo ormai scomparso. Dodici volumi da consultare periodicamente o da leggere tutti d'un fiato per immergersi nella quotidianità di una città dal fascino unico.